Wonder Stories

Serenità

Malgrado avessimo lavorato diversi anni in TV, quella era la nostra prima esperienza in qualità di autori-produttori. In altre parole per la prima volta avevamo la responsabilità di consegnare settimanalmente un prodotto finito che potesse andare in onda. Il primo passo fu quello di fondare una piccola società di produzione, che battezzammo Serenity, in omaggio all’astronave protagonista di una delle nostre serie preferite (anch’essa trasmessa da Jimmy): Firefly. Anche il logo della nostra società omaggiava quello della nave, con un diverso carattere cinese per lo sfondo, “wú”, o “mu” pronunciato in giapponese, che vuol dire… nulla.

Il bozzetto iniziale e il logo definitivo della società di produzione Serenity, fondata per Wonder Stories.
Il nostro logo a confronto con quello dell’astronave della serie Firefly, che abbiamo voluto omaggiare. I caratteri cinesi su Firefly significano appunto ‘serenità’, mentre quello scelto da noi significa… ‘nulla’!

Il titolo

Nella proposta iniziale il titolo di lavoro del nostro programma era Jimmy Insider. Originariamente la rassegna doveva essere incentrata sui classici B-movie del cinema di fantascienza anni ’50, tuttavia poi lo spettro diventò molto più ampio, includendo B-movie, Z-movie ma anche A-movie (come Ultimatum alla Terra o Contact) provenienti da varie epoche e sconfinando spesso nell’horror. In ogni caso per il titolo del programma volevamo omaggiare i pulp magazine degli anni ’30 e ’40, sui quali è nata la moderna fantascienza. In verità non volevamo riprendere il titolo di un magazine specifico, ma solo un titolo che ne richiamasse l’idea, infatti le nostre proposte furono Fantastic Stories, Amazing Tales o Amazing Jimmy. Alla fine la scelta cadde su Wonder Stories, che era il titolo del magazine fondato da Hugo Gernsback nel 1929, dopo che aveva perso il controllo sul suo Amazing Stories, considerato il capostipite dei magazine dedicati alla fantascienza.

La prima proposta di titolo per il programma, Fantastic Stories, che omaggiava i pulp magazine anni ’30 senza però riprendere il titolo esatto di nessuno di essi.

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