Dopo lo speciale dedicato al dietro le quinte di Alien, la storia del secondo capitolo firmato da James Cameron.
Insieme a Guerre Stellari (Star Wars, 1977) e Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounter of the Third Kind, 1977), Alien si era rivelato essere uno dei film di fantascienza di maggior successo di tutti gli anni ’70. Naturalmente, non appena si resero conto del successo commerciale, i dirigenti della Fox pensarono immediatamente alla possibilità di un sequel. Tuttavia, sembrava molto difficile riuscire a capire esattamente quali fossero stati gli ingredienti che avevano reso Alien così popolare, e ancor più difficile rimescolarli per ottenere un sequel che riscuotesse altrettanto successo. Nel 1982, John Carpenter diresse uno dei film che maggiormente si avvicinano ad Alien: La cosa (The Thing). Esplicito remake del film anni ’50 La cosa da un altro mondo (The Thing from Another World, 1951), La cosa riusciva in qualche modo a rievocare quel genuino terrore suscitato da un pericolo completamente estraneo e alieno. Tuttavia il film di Carpenter, sebbene molto ben realizzato, non era certo all’altezza di Alien, e cosa ancora più importante non riscosse un gran successo al botteghino. Queste considerazioni spinsero i dirigenti della Fox ad abbandonare l’idea di un sequel. Non erano della stessa idea invece i tre soci della Brandywine Production. Hill, Carroll e Giler erano intenzionati a dare un seguito alle avventure di Ripley. Nel 1983, si incontrarono per discutere di questa possibilità, ma i risultati di quel meeting non furono affatto incoraggianti. Il primo film in realtà lasciava ancora moltissimi interrogativi aperti e possibilità di sviluppo. Ripley sarebbe tornata a casa? Avrebbero creduto alla sua storia? E tutte le uova lasciate su Acheron? Un eventuale sequel avrebbe dovuto rispondere a molte di queste domande, senza però contraddire le premesse del primo film, che ora si preparava per il lancio in home video. Alla fine dell’incontro, i tre soci decisero che sarebbe stato troppo difficile produrre un sequel che portasse avanti in maniera coerente la storia, che non fosse una copia dell’originale e che al tempo stesso ne fosse all’altezza. Quindi abbandonarono l’idea e si rivolsero ad altri progetti, tra cui una versione fantascientifica del famoso film di Kubrick Spartacus (1960). Questo progetto, sebbene non molto originale, corrispondeva a quel tipo di film sul quale la Fox era pronta a investire grossi capitali, così Hill e Giler si misero allora alla ricerca di un regista al quale affidare l’incarico. Rimasti favorevolmente colpiti dalle sue idee per Terminator (The Terminator, 1984), che all’epoca non era ancora entrato in produzione, i due produttori decisero che James Cameron sarebbe stata la persona giusta. Fu organizzato un incontro con il regista per discutere su questa possibilità, ma Cameron si dimostrò piuttosto scettico sull’idea e decise di non accettare il lavoro. Proprio mentre l’incontro volgeva al termine, Hill e Giler, pur di non perdere l’occasione di lavorare con lui, gli chiesero se per caso sarebbe stato invece interessato al sequel di Alien. Fortunatamente, Cameron rispose di sì. In attesa di una risposta per Terminator, Cameron iniziò a scrivere qualche idea su come sarebbe potuta proseguire la storia di Alien. Poiché in quel periodo era anche impegnato nella sceneggiatura del secondo film di Rambo (Rambo II – La vendetta, 1985), pensò che sarebbe stato interessante creare un’ambientazione militare nello spazio. A Giler e Hill piacquero immediatamente le idee di Cameron, ma proprio in quel momento il regista ricevette il via per le riprese di Terminetor e dovette interrompere il suo lavoro su Aliens. I due produttori, pur di non perdere Cameron, decisero comunque di attendere che il film fosse completato per affidargli poi Alien II.
Il 21 settembre 1983, Cameron consegnò alla Brandywine Production una sceneggiatura preliminare per questo sequel. Piuttosto simile alla versione finale del film, questa storia si concentrava molto sul personaggio di Ripley. Cameron decise che Ripley era stata la vera protagonista del primo Alien, ed era intenzionato a farla interpretare nuovamente da Sigurney Weaver, ma per renderla protagonista anche del secondo film il suo personaggio doveva essere ulteriormente sviluppato. Così immaginò Ripley come una madre divorziata con una figlia, Amanda, alla quale aveva promesso di essere a casa il giorno del suo 12° compleanno. Dopo 57 anni passati in sospensione criogenica, Ripley torna a casa per scoprire che la figlia è ormai un’anziana signora che per tutta la vita le ha portato rancore per essere stata abbandonata. Il senso di colpa nutrito nei confronti della figlia, unito agli incubi ricorrenti sugli alieni, avrebbero fornito a Riply la motivazione per tornare su Acheron (il nome del pianeta venne in seguito cambiato in LV-426) e affrontare nuovamente gli alieni. Tutte queste scene sarebbero poi state eliminate dalla versione cinematografica del film, e ripristinate nella director’s cut. La differenza principale rispetto alla versione filmata è che al suo ritorno Ripley apprende che Amanda non solo è invecchiata ma ormai è anche morta. Presenti nella prima sceneggiatura sono anche i Marines Coloniali, un’altra delle idee di maggior successo di Aliens, e tutte le loro sofisticate armi spaziali. Cameron, nello sviluppare questa idea, attinse molto al romanzo degli anni ’50 di Robert Heinlein Starship Troopers (1959). Da Heinlein proviene anche l’idea di un’armatura metallica che possa potenziare le forze di un essere umano. Ironicamente, il romanzo di Heinlein avrebbe poi avuto la sua diretta trasposizione cinematografica con Starship Troopers – Fanteria dello spazio (Starship Troopers, 1997), un film interessante ma largamente inferiore ad Aliens.
Dopo aver completato il suo lavoro in Terminator, Cameron tornò a occuparsi di Aliens e il 28 febbraio 1985 consegnò una prima versione della sceneggiatura definitiva (nella quale il titolo del film era già stato cambiato da Alien II a Aliens). Rispetto alla precedente erano stati aggiunti moltissimi dettagli, tra cui il personaggio di Carter Burke, che dopo aver aiutato Ripley a riprendersi dallo shock, la tradisce per riportare a casa un esemplare di alieno. Una particolare scena, che poi fu tagliata, prevedeva che Ripley, verso la fine del film, trovasse Burke imprigionato dagli alieni pronto a ricevere un parassita. Burke la supplica di liberarlo, ma Ripley gli offre in cambio solo una granata per suicidarsi, rispondendo che nessuno merita di morire in quel modo. Burke sarebbe diventato l’antagonista non alieno del secondo film, così come Ash lo era stato per il primo. Questo nuovo antagonista, consentì a Cameron di sviluppare il nuovo androide di bordo, Bishop, in maniera più positiva, aggiungendo la diffidenza di Ripley nei suoi confronti che alla fine si trasforma in stima. La sceneggiatura fu sottoposta alla Fox che ne rimase entusiasta e diede il via al progetto. La fase di preproduzione era iniziata.
Cameron decise di non utilizzare lo stesso staff produttivo del primo film, proprio per differenziarli tra loro. Questa regola comunque subì qualche importante eccezione, tra cui quella di Ron Cobb che tornò per trasformare in disegni molte delle idee di Cameron. Cobb si occupò di disegnare sia gli interni che gli esterni della colonia su LV-426, i veicoli coloniali e l’impianto di terraforming. I veicoli militari, tra cui la nave Sulaco, furono affidati invece a Syd Mead, un illustratore di grande esperienza, che poteva vantare tra i suoi lavori il primo film di Star Trek (Star Trek – The Motion Picture, 1979), Bladerunner (1982) e Tron (1982). Entrambi gli artisti lavorarono a stretto contatto con Cameron, che gli forniva tutte le bozze preliminari da sviluppare.
Poiché Hill, Giler e Carroll avevano deciso di limitarsi al ruolo di produttori esecutivi, Cameron scelse nelle vesti di produttore Gale Anne Hurd, con la quale aveva lavorato in Terminator e che sarebbe divenuta sua moglie proprio durante la produzione di Aliens. Per mantenere i costi, Cameron decise di girare il film agli studi di Pinewood, vicino Londra, piuttosto che negli Stati Uniti. Carroll e Giler stabilirono con la Fox un programma di riprese di 18 settimane, con un periodo di postproduzione lungo 4 mesi. Una mancanza notevole nello staff produttivo di Aliens fu proprio il creatore dell’alieno: Giger. Cameron contattò l’artista svizzero per coinvolgerlo nel progetto, ma Giger era già impegnato nella lavorazione di Poltergeist II (1986) e così Cameron dovette procedere per conto suo. Il primo film aveva delineato molto bene il ciclo vitale dell’alieno, soprattutto se si includono anche le informazioni che vengono date nelle sequenze tagliate. Dall’uovo emerge il face-hugger, che depone un parassita in un corpo ospite. Il parassita cresce, consumando l’ospite, emerge dal corpo rompendo il petto e si evolve in un alieno adulto. L’adulto depone le uova e si occupa di catturare e immobilizzare un nuovo ospite. Tuttavia, Cameron aveva in mente qualcosa di sofisticato, simile al ciclo di vita delle api o delle formiche. Poiché la scena del primo film nel quale veniva mostrato l’equipaggio immobilizzato nella stiva della Nostromo era stata tagliata, Cameron decise di riprendere quell’idea evolvendola ulteriormente. Le uova sarebbero state deposte da un tipo di alieno che non era stato ancora mostrato: la regina. Per disegnarla e realizzarla era necessaria la massima cura, e Cameron affidò il compito a Stan Winston, il responsabile del Terminator nelle sequenze in cui non veniva interpretato da Schwarzenegger. Winston realizzò una versione della regina a grandezza naturale, manovrata da uno stuntman e da una serie di pompe idrauliche. Inoltre furono realizzate una serie di parti aggiuntive molto dettagliate, come la testa e la coda, per le riprese ravvicinate. A Doug Beswick venne affidata la realizzazione di una versione più piccola, circa un quarto dell’originale, per le riprese da lontano. Anche gli alieni guerrieri subirono delle piccole modifiche e la testa divenne un po’ più frastagliata rispetto al primo film. Un’altra importante miglioria di Winston fu apportata nei movimenti delle creature, che ora sarebbero dovuti essere molto più simili a quelli di un insetto, piuttosto che a quelli di uno stuntman in costume. Per raggiungere questo effetto Winston realizzò diversi pupazzi a grandezza naturale, mescolandoli nelle riprese con gli stuntman in costume e dando così la sensazione di movimenti del tutto… alieni.
Il 22 luglio 1986 Aliens debuttò sugli schermi cinematografici statunitensi, e il successo fu immediato. Il film riuscì a incassare 40 milioni di dollari solo nelle prime tra settimane di programmazione e alla fine dell’estate, dopo esser stato distribuito nel resto del mondo, aveva raggiunto la cifra record di 170 milioni di dollari. Anche la critica accolse il sequel molto favorevolmente, sia per la qualità della storia che per i fantastici effetti speciali. Cameron era riuscito a realizzare un sequel all’altezza dell’originale; sotto certi aspetti anche migliore. Tuttavia il regista concluse le lavorazioni su Aliens con una certa insoddisfazione. Infatti la Fox, per ridurre la durata complessiva del film, aveva costretto Cameron a eliminare diverse sequenze da lui ritenute essenziali allo svolgimento della storia. Cinque anni più tardi, nel 1991, Cameron ebbe finalmente la possibilità di portare a compimento il suo lavoro come lo avrebbe voluto fin dalla prima volta. In occasione dell’uscita in laserdisc, con la sua supervisione il film fu integrato di quasi venti minuti in più di scene tagliate. Questa director’s cut, in seguito pubblicata anche in VHS, DVD e Blu-ray, lascia comprendere la frustrazione di Cameron. Tra le sequenze aggiunte due si rivelano essere particolarmente significative: ritorna infatti la scena nella quale Ripley apprende della morte di vecchiaia della figlia, rendendo molto più profondo il suo attaccamento a Newt. La sola sopravvissuta della colonia ha infatti la stessa età che avrebbe avuto la figlia di Ripley se fosse riuscita a tornare subito sulla Terra. La seconda importante aggiunta ci mostra per la prima volta la colonia ancora in vita e funzionale, nonché il primo incontro dei coloni con gli alieni, scoperti proprio dai genitori di Newt. L’apparizione in lontananza di quella forma misteriosa, che nel primo film abbiamo scoperto essere l’astronave aliena, riesce a evocare un senso di profonda inquietudine. Un’inquietudine che prelude a un orrore ben più grande.
La scheda del film:
Titolo originale: Aliens
USA, 1986
Durata: 137 minuti
Interpreti
Tenente Ellen Ripley Sigourney Weaver
Caporale Dwayne Hicks Michael Biehn
Ufficiale scientifico L. Bishop Lance Henriksen
Rebecca “Newt” Jorden Carrie Henn
Soldato semplice mitragliere J. Vasquez Jenette Goldstein
Consigliere della Weyland-Yutani Corporation Carter J. Burke Paul Reiser
Tenente comandante di squadrone S. Gorman William Hope
Soldato semplice tecnico delle comunicazioni W. Hudson Bill Paxton
Caporale pilota nave appoggio C. Ferro Colette Hiller
Sergente comandante di squadra d’assalto A. Apone Al Matthews
Soldato semplice mitragliere M. Drake Mark Rolston
Soldato semplice R. Frost Ricco Ross
Copilota nave appoggio / Ufficiale armamenti D. Spunkmeyer Daniel Kash
Caporale ufficiale medico C. Dietrich Cynthia Scott
Soldato semplice T. Crowe Tip Tipping
Soldato semplice T. Wierzbowski Trevor Steadman
Regia: James Cameron
Produttore: Gale Anne Hurd
Produttori esecutivi: Gordon Carroll, Walter Hill, David Giler
Soggetto: James Cameron, Walter Hill, David Giler
Sceneggiatura: James Cameron
Basata suo personaggi di: Dan O’Bannon, Ronald Shusett
Musica: James Horner
Direttore della fotografia: Adrian Biddle
Montaggio: Ray Lovejoy
Supervisori effetti speciali: Brian Johnson, Stan Winston, Robert Skotak, Dennis Skotak
Effetti speciali addizionali: L.A. Effects Group
Disegni preliminari: Ron Cobb, Syd Mead
Disegno creatura aliena: H.R. Giger
Disegni di produzione: Peter Lamont
Data di uscita: 22/7/1986