Battlestar Galactica, la serie originale

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Nel 1978 per la prima volta si tentò di proporre sul piccolo schermo una serie di fantascienza che avesse un respiro cinematografico. I risultati furono altalenanti, ma vale la pena ripercorrere quella storia.

L’avventura umana, come noi la conosciamo, dagli albori della preistoria, attraverso le esperienze degli Egizi, dei Greci, dei Romani, passando per l’oscuro medioevo e lo splendido rinascimento, fino all’era atomica, è solo un piccolo tratto della strada dell’uomo. Dallo sbarco del primo uomo sulla luna nel secondo millennio dell’era cristiana, lo spazio non è più nemico. Anzi forse rappresenta l’unica possibilità di vita, forse l’unica possibilità di sopravvivenza per la specie umana.

Narrazione d’apertura

Domenica 17 Settembre 1978 venne trasmesso negli Stati Uniti lo spettacolare episodio pilota di Battlestar Galactica, intitolato Saga of a Star World. L’episodio, della durata di tre ore, rappresentava il debutto di una delle serie televisive di fantascienza più ambiziose mai realizzate e si avvaleva di straordinari effetti speciali. Battlestar Galactica, creata da Glen A. Larson, costituiva uno dei primi tentativi di realizzare fantascienza per il piccolo schermo con valori produttivi di livello cinematografico. Nonostante le buone premesse, la serie ottenne soltanto un successo parziale, sia in termini di pubblico che di qualità, e furono prodotti solo 21 episodi.

L’idea alla base della serie può essere rintracciata in una sceneggiatura scritta da Larson quasi dieci anni prima per una serie mai realizzata, intitolata Adam’s Ark (L’arca di Adamo).  La storia di Adam’s Ark prende le mosse da una riunione organizzata dall’enigmatico miliardario americano Howard Hughes (un eccentrico personaggio realmente esistito), alla quale vengono invitati i migliori intelletti della Terra. Improvvisamente, l’avveniristico edificio in cui si sta svolgendo la riunione si alza in volo, rivelandosi un’enorme astronave. L’involontario equipaggio parte così alla ricerca di un nuovo mondo, lasciandosi alle spalle una Terra condannata alla catastrofe nucleare. In Battlestar Galactica, l’idea è stata in qualche modo ribaltata, incentrando la serie sulla ricerca del leggendario pianeta Terra. Dopo migliaia di anni di guerra con la razza dei Cyloni, il genere umano si trova alla vigilia di una storica conferenza di pace che dovrebbe porre fine ai conflitti tra le due razze. Mentre la flotta di astronavi delle dodici colonie umane si sta recando alla conferenza, viene attaccata di sorpresa da migliaia di caccia Cyloni. Contemporaneamente, le gigantesche basi stellari dei Cyloni radono al suolo i pianeti delle dodici colonie. I sopravvissuti si riuniscono in un convoglio formato da 220 navi scampate all’attacco, e partono alla ricerca della misteriosa tredicesima colonia del genere umano: il pianeta Terra. Alla guida del convoglio c’è l’enorme Base Stellare Galactica, l’unica astronave del suo genere sfuggita al devastante attacco Cylone. A capo della Galactica si trova l’anziano comandante Adamo, un superstite del Consiglio dei Dodici, la massima autorità delle colonie umane. Secondo in comando è il severo colonnello Tigh, che condivide con Adamo la responsabilità della nave. Il convoglio dispone anche di una flotta di piccoli caccia, i Viper, usati sia a scopi difensivi che di esplorazione. Tra i piloti dei Viper, ci sono i due veri protagonisti della serie: il capitano Apollo, figlio di Adamo e capo della squadra dei piloti, e il suo amico tenente Scorpion. A loro si affiancano altri due piloti, il tenente Boomer e Jolly. Apollo e Scorpion si troveranno spesso a dover combattere contro i Cyloni, che continueranno a cercare con ogni mezzo di sterminare l’intero genere umano. I Cyloni erano originariamente creature simili a rettili: evolvendosi hanno raggiunto uno stadio tecnologicamente molto avanzato, tanto da incorporare nella propria società diverse classi di robot, tra cui i lucenti guerrieri che si vedono al comando dei caccia. Il leader supremo dei Cyloni è il Condottiero Imperiale, un essere nel quale sono ancora molto evidenti le origini biologiche, essendo dotato di una testa simile a quella di un cobra. Nella guerra contro gli umani, i Cyloni sono aiutati dal Conte Baltar, un membro del Consiglio dei Dodici che ha tradito la sua razza. Baltar, tra alterne fortune, arriverà anche a ricoprire ruoli di alto comando fra i Cyloni. È stato proprio il tradimento di Baltar che ha consentito la distruzione delle Dodici Colonie nell’episodio pilota della serie. Tra i sopravvissuti della colonia di Caprica ci sono anche la bella Serina e suo figlio Boxey, che trovano rifugio sulla Galactica. Apollo si innamorerà di Serina, tanto da sposarla dopo poco tempo. Purtroppo i due non potranno stare insieme per molto, infatti Serina resterà uccisa in un nuovo attacco dei Cyloni. Apollo si prenderà allora cura di Boxey come se fosse suo figlio. Nella seconda metà della serie verrà introdotto un nuovo personaggio principale, Sheba, figlia del leggendario comandante della Base Stellare Pegasus. Tra Apollo e Sheba si instaurerà nel corso dei successivi episodi un profondo legame.

L’episodio pilota di Battlestar Galactica fu uno tra i più costosi mai realizzati per la televisione. La cura con cui furono realizzati i set, l’ampio uso di riprese in esterni e gli straordinari modellini per gli effetti speciali testimoniavano uno sforzo produttivo degno di un film. Non a caso, sul mercato estero Saga of a Star World venne distribuito nei cinema due mesi prima della trasmissione televisiva sulla ABC, arrivando in Italia con il titolo di Battaglie nella Galassia. In effetti, l’episodio pilota avrebbe dovuto essere solo il primo di una serie di film per la televisione della durata di due o tre ore, ma il network americano reputò che fosse più redditizio produrre una serie televisiva. Anche il lancio commerciale di Battlestar Galactica fu estremamente curato, tanto che nei negozi di giocattoli erano già apparsi i modellini dei Viper e dei caccia Cyloni.

Gli effetti speciali del pilota e dei primi episodi della serie furono realizzati da uno degli artisti più importanti del settore: John Dykstra. Solo un anno prima, il rivoluzionario lavoro svolto per Guerre Stellari gli era valso un premio Oscar. Le nuove tecniche introdotte da Dykstra rendevano molto più realistici i modellini, e consentivano dei movimenti nelle inquadrature mai visti prima. Negli effetti speciali di Battlestar Galactica risulta evidente l’influenza di Dykstra, infatti le astronavi e le battaglie spaziali ricordano molto quelle viste in Guerre Stellari. Sfortunatamente anche la Fox se ne accorse. Nell’estate del 1978 la 20th Century Fox e la Lucasfilm, detentori dei diritti di Guerre Stellari, citarono in giudizio per plagio la ABC e la Universal, lo studio presso il quale era stata realizzata la serie. La Fox evidenziò infatti ben 34 punti di contatto tra Guerre Stellari e Battlestar Galactica. Il giudice comunque non ritenne sufficienti queste somiglianze per avvallare l’accusa di plagio e la Fox perse la causa.

Lo specialista in effetti speciali John Dykstra con il modellino della Galactica.

Battlestar Galactica riscosse un discreto successo di pubblico, ma certamente non proporzionato ai suoi costi, che si erano assestati intorno al milione di dollari per episodio. Per sopravvivere Galactica avrebbe dovuto garantire degli ascolti eccezionali, ben superiori ai risultati ottenuti. Ironicamente, un’altra serie di fantascienza trasmessa dalla ABC riscuoteva un successo maggiore, malgrado i suoi costi fossero solo una frazione di quelli di Battlestar Galactica: Mork e Mindy. Alla fine della prima stagione la serie non venne rinnovata per l’anno successivo, ma la storia della Galactica non era ancora conclusa.

Glen Larson tentò di convincere la ABC a produrre un film per la televisione che concludesse le vicende narrate in Battlestar Galactica. Il risultato fu un nuovo episodio pilota della durata di tre ore intitolato Galactica Discovers Earth. Il successo ottenuto convinse il network americano a commissionare un’intera serie: Galactica 1980. La Base Stellare Galactica, dopo molti anni di ricerche, ha finalmente trovato la Terra. Sfortunatamente, i suoi abitanti non hanno raggiunto un livello tecnologico paragonabile a quello della Galactica, infatti la serie è ambientata nella Terra del 1980. Inoltre, il convoglio è stato seguito dai Cyloni, che potrebbero distruggere in un solo giorno anche questa Tredicesima Colonia. Per scongiurare questo pericolo, viene deciso di aiutare segretamente gli scienziati terrestri per favorire un rapido sviluppo della tecnologia. Galactica 1980 è ambientato circa trent’anni dopo Battlestar Galactica. Gli unici personaggi rimasti dalla prima serie sono il comandante Adamo e Boomer, ora promosso al grado di colonnello. Adamo è aiutato e consigliato dal misterioso Dr. Zee, un ragazzo dotato di un’intelligenza superiore. I protagonisti sono nuovamente due piloti di Viper, il capitano Troy e il tenente Dillon. Troy, il giovane Boxey di Battlestar Galactica, è il nipote adottivo di Adamo. Originariamente Galactica 1980 avrebbe dovuto essere incentrata sui ripetuti tentativi da parte di Xavier, uno dei comandanti del convoglio, di accelerare ulteriormente lo sviluppo scientifico della Terra viaggiando nel tempo per alterarne il passato. Successivamente la ABC decise di collocare la serie in una fascia oraria preserale e puntare quindi su un pubblico più giovane. Di conseguenza, gli episodi che seguirono riguardavano le avventure di un gruppo di bambini della Galactica trasferiti sulla Terra. Aiutati dalla giornalista terrestre Jamie Hamilton, l’unica a conoscenza della vera identità dei bambini, Troy e Dillon cercheranno di nascondere e proteggere questa piccola colonia. Battlestar Galactica e Galactica 1980 sono state trasmesse in Italia con un unico titolo, Galactica.

Galactica 1980.

Galactica 1980 si rivelò un completo fallimento, e venne interrotta dopo soli dieci episodi. Le storie, pensate per un pubblico di ragazzi, risultavano di fatto noiose. I nuovi protagonisti non erano altro che brutte copie di Apollo e Scorpion, e la serie finì per tradire lo spirito di Battlestar Galactica. Ironicamente, l’unico episodio di un certo interesse è proprio l’ultimo, nel quale torna il personaggio di Scorpion, e vengono svelate le origini del Dr. Zee.

Malgrado gli elevati standard produttivi, Battlestar Galactica ha indubbiamente alcune mancanze. L’idea alla base della serie era piuttosto vaga: sebbene venga suggerito un legame tra la Terra e le Dodici Colonie, implicando una suggestiva espansione del genere umano nello spazio, questo collegamento non verrà mai chiarito. Anche per quanto riguarda i Cyloni, vengono forniti soltanto indizi, peraltro contraddittori, sulle loro origini e sulla loro società. Contrariamente a quanto era accaduto nella saga di Star Trek, dotata di una solida coerenza interna, Battlestar Galactica appare confusa. Inoltre, le trame erano spesso ripetitive, e i personaggi privi di spessore. Apollo e Scorpion, ad esempio, non andavano mai oltre i loro stereotipi. Apollo rappresentava il classico eroe, mentre Scorpion era la “simpatica canaglia” dall’animo coraggioso. Anche gli effetti speciali, il vero punto di forza della serie, alla lunga risultavano noiosi. Infatti venivano continuamente riutilizzate le stesse sequenze, in particolare quelle realizzate nei primi episodi, ai quali aveva collaborato John Dykstra. Nonostante questi difetti, Galactica ha comunque il merito di avere innalzato il livello degli standard produttivi nella fantascienza televisiva. Forse avrebbe avuto maggior fortuna se fosse stata realizzata in una serie di film per la televisione.

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