Voci dal profondo

La recitazione di Mario & Mario

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Le voci di Mario & Mario

di Maury Incen (interprete)

Mario & Mario è successo per caso, come tutte le cose belle. Conosco Fabio sul set della web serie Alphard, ispirata al mondo di Harry Potter. Ci si annusa, ci si piace, si cerca un progetto su cui lavorare insieme. Finché dal suo cilindro non esce “questa cosa scritta da un mio amico autore…” La “cosa” era questa: due improbabili riparatori di robot immersi in una realtà futuribile talmente assurda da somigliare tantissimo alla nostra.

Non mi capita spesso purtroppo di leggere materiale interessante o ben scritto, ed ancora meno di leggere qualcosa che sia allo stesso tempo leggero, divertente ma anche sottile e con un certo mordente satirico. Ma stavolta tutto questo, e anche qualcosa di più, lo avevo lì davanti, nelle pagine scritte da Marcello. Inutile dire che ci sto, sono a bordo, sentiamoci e parliamone.

E qui, da bravo attore egocentrico, faccio subito la domanda: “Che parte faccio?” I miei due nuovi compagni d’avventura si grattano metaforicamente la testa, mah, prova uno dei due protagonisti. Non ricordo quale dei due provai per primo, ma la cosa parve convincerli. E l’altro? L’altro come lo faresti? Provali tutti e due, così decidiamo.

Ebbene, anche l’altro funziona. E allora? E allora nasce l’idea tanto folle quanto intrigante: Maury, perché non li fai TUTTI tu? Tutti io? Sì, tutti i personaggi. Così non abbiamo problemi a incastrare impegni, orari, gatti morti e suocere vive di un intero cast.

Devo dire che anche il più egocentrico degli attori, se gli fosse rimasto un po’ di sale in zucca, avrebbe avuto dei dubbi. E se ci sono personaggi più anziani? O personaggi femminili? Tu non ti preoccupare, male che va usiamo l’elettronica.

E così sono partite delle session di registrazione schizofreniche, incredibili e per questo divertentissime. A parte il fatto che ridevamo già leggendo il copione che Marcello ci mandava, figurarsi quando poi arrivava il momento di registrare.

Funzionava così: incidevo prima tutta la parte di un personaggio, poi passavo ai successivi e così via, fino a ultimare l’episodio. Questo presentava parecchi problemi, il primo e più evidente dei quali era la difficoltà di reagire solo ipotizzando come le altre battute sarebbero suonate e quindi che tipo di azione o reazione avrei avuto dal personaggio col quale interloquivo. Seconda cosa, non meno importante: a parte i protagonisti, che poi avrei imparato a conoscere e ad amare (ne parlerò più avanti) praticamente tutti gli altri personaggi erano di puntata, vale a dire che apparivano solo in un episodio. Andava quindi cercata e possibilmente trovata la loro voce, la loro intenzione, dovevano essere costruiti insomma. E questo avveniva genericamente DOPO aver inciso le parti dei protagonisti.

E qui vengo a loro, le voci. Johnny e Mario sono diametralmente opposti: il primo giovane ed entusiasta, adora il suo lavoro e ci tiene a impressionare positivamente il suo capo e mentore. L’altro invece più anziano e così pesantemente provato dalla vita che ogni cosa pare dargli fastidio. Una strana coppia insomma, che andava caratterizzata anche sul piano vocale.

Johnny me lo sono immaginato un nerd, con difetti di pronuncia e balbettii, dalla timbrica squillante. Lo devo ammettere, è quello a cui mi sono affezionato di più, ed interpretarlo mi ha sempre dato una bella carica di energia. Forse è stato lui a contagiare me col suo entusiasmo.

Per Mario invece mi sono ispirato ai poliziotti marci di certi film americani. Una vocalità grezza, roca, con le battute “buttate via” come si dice in gergo. Volevo far sentire la sua stanchezza ma anche il suo pragmatismo e… se seguirete la serie ascolterete anche suoi aspetti più emotivi, ma non voglio dirvi di più.

Per quanto riguarda gli altri personaggi, Marcello mi ha fornito precise linee guida su come certi ruoli dovessero “suonare”, imitando talvolta personaggi o attori famosi del cinema di tutti i tempi. Grazie al cielo erano tutte voci che almeno una volta avevo già imitato, ma questo non voleva dire che fosse semplice. Andavano infatti adattate al contesto, fatte nostre e portate più vicine ai loro ruoli specifici. L’esempio che ho più a cuore è quello di un personaggio che doveva suonare simile a Woody Allen: per me che sono cresciuto coi suoi film e nel suo culto è stato semplice recuperare la sonorità, facendo ovviamente tesoro dell’immenso Oreste Lionello che gli ha prestato la voce italiana (e al quale, ci mancherebbe, non sarei stato degno nemmeno di mettere i fogli sul leggio).

Questi sono i miei ricordi e le mie impressioni riguardo alla lavorazione di questa serie. Ora sta a voi ascoltarla e spero vi divertiate come mi sono divertito io ad inciderla.

Le voci di questi personaggi mi mancano già da un po’… quindi se un giorno il vostro tablet, il vostro robot-aspirapolvere, la vostra Alexa, dovessero fare le bizze… se due riparatori, uno giovane e uno anziano dovessero venire a casa vostra, ribaltarvela, farvi rischiare anche la vita… e poi pretendessero di essere pagati sull’unghia una cifra esorbitante… siate gentili, non lasciatemi così triste. Scrivetemi subito che sono tornati.

PS: Per la parcella invece arrangiatevi.

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