I sette gemelli della Terra

on

La recente notizia della NASA della scoperta di 7 pianeti simili alla Terra attorno alla stella Trappist-1 ha generato grande entusiasmo. Ed è giusto, ma probabilmente non per il motivo comunemente pensato.

Sette pianeti di dimensioni simili alla Terra a soli 40 anni luce di distanza da noi. Siamo vicini a scoprire che non siamo soli nell’universo? Sarebbe bello, ma è necessario fare alcune precisazioni. Innanzitutto i 7 pianeti sono solo di dimensioni simili alla Terra, ma questo non vuol dire che assomiglino, anche vagamente, al nostro pianeta. In base alle osservazioni fatte probabilmente di questi sette solo sei sono di tipo roccioso e quindi adatti a ospitare la vita. Il settimo è presumibilmente un pianeta gassoso, un ammasso di gas ad alta densità come i pianeti esterni del nostro sistema solare. Dei sei rocciosi, solo tre si trovano nella così detta fascia abitabile, ovvero sono quei pianeti in cui la temperatura superficiale oscilla tra 0 e 100 gradi. Questo infatti consente la presenza di acqua allo stato liquido, che è ritenuto essere una condizione indispensabile per lo sviluppo della vita.

C’è vita su Trappist-1?

Abbiamo quindi tre pianeti compatibili con la vita. Purtroppo al momento è impossibile stabilire se siano abitati. Con la prossima generazione di telescopi, come l’European Extremely Large Telescope (ESO) e il James Webb Space Telescope (NASA/ESA) sarà possibile tentare un’osservazione diretta per capire come è composta l’atmosfera di questi pianeti. La presenza di alcuni gas potrebbe essere rivelatrice della presenza di forme di vita. È assolutamente improbabile che ci sia una civiltà simile alla nostra o anche più avanzata. Trovandosi a 40 anni luce di distanza dalla Terra, avremmo infatti dovuto già rilevare eventuali segnali radio provenienti da quel sistema, le cui onde elettromagnetiche ci avrebbero raggiunto in 40 anni. Tuttavia non è escluso che ci possa essere una forma di vita, anche intelligente, magari meno sviluppata o che non fa uso di segnali elettromagnetici.

Come si osserva un pianeta?

È importante ricordare che al giorno d’oggi non è possibile fare osservazioni dirette dei pianeti, per cui la loro presenza viene rilevata solo perché periodicamente passano davanti alla loro stella e ne abbassano impercettibilmente (non per i nostri strumenti) la luminosità. È come se un insetto volasse davanti a una lampada e il nostro strumento rivelasse una riduzione della luce emessa. Calcolando la frequenza di questi transiti è possibile stabilire l’orbita sulla quale ruota il pianeta e conoscendo la massa della stella è possibile stabilire anche la massa del pianeta e quindi la sua tipologia. Affinché questo avvenga però è necessario trovarsi in una situazione particolarmente fortunata: l’orbita del pianeta deve essere tale che passa davanti alla sua stella proprio nella direzione in cui ci troviamo noi, altrimenti non saremo mai in grado di trovarlo. Nel sistema solare tutti i pianeti sono sullo stesso piano orbitale (tranne Plutone che però è stato declassificato e non è considerato più un pianeta). Ma questo non è necessariamente detto per gli altri sistemi solari. In altre parole attorno a Trappist-1 potrebbero esserci anche altri pianeti, su altre orbite che noi non siamo in grado di vedere. Questa è una buona notizia: se siamo riusciti a osservare ben 7 pianeti attorno a una stella e se per osservarli è necessario che si trovino in una precisa configurazione, vuol dire che di pianeti in giro ce ne devono essere davvero tanti. Ma non è la sola buona notizia.

Un nana rossa ultrafredda

Trappist-1 è una stella molto diversa dal nostro Sole. È molto più piccola, in proporzione è solo l’8% del Sole, è poco più grande di Giove. Emette molta meno energia. In particolare Trappist-1 viene definita “ultrafredda”, anche se il termine “fredda” va sempre inteso relativo a una stella, la sua temperatura superficiale è attorno ai 4.000 gradi. Per orbitare attorno a una stella così piccola, i pianeti devono avere un orbita molto più stretta, simile a quella di una luna attorno a un pianeta. I pianeti di Trappist-1 quindi sono molto più vicini al loro sole, ma essendo questo più piccolo e più freddo (o meglio meno caldo), i tre pianeti abitabili ricevono più o meno alla stessa energia che ricevono Venere, la Terra e Marte nel sistema solare. Qual è la buna notizia? È che la nostra galassia è veramente piena di nane rosse! Quasi il 70% delle stelle della Via Lattea sono nane rosse (alcuni studi suggeriscono che possano arrivare fino all’80%) e la nana rossa sembra essere la tipologia di stella più diffusa nell’intero Universo. Fino ad oggi era dubbio il fatto che le nane rosse potessero ospitare sistemi solari come il nostro, ma ora non più. E se Trappist-1 ha sette pianeti, o meglio sette che noi riusciamo a vedere, allora nella nostra galassia e nell’universo ci devono essere un numero davvero incalcolabile di pianeti. Solo nella Via Lattea ci sono almeno altre 140 miliardi di stelle nane rosse, e molte sono anche più vicine alla Terra rispetto a Trappist-1. È probabilmente molti di questi pianeti sono adatti a ospitare la vita. Quindi la vera rivoluzione di questa scoperta, non è tanto la possibilità che ci sia vita su Trappist-1, quanto il fatto che aumenta vertiginosamente la probabilita che ce ne sia da qualche parte, magari anche più vicina alla Terra.

Nel 1583 il povero Giordano Bruno scrisse “non è un sol mondo, una sola terra, un solo sole; ma tanti son mondi”. Il filosofo pagò a caro prezzo il suo pensiero rivoluzionario, ma oggi sappiamo che aveva ancora più ragione di quanto non avessimo immaginato.